Nuova stagione espositiva negli spazi di VISIONAREA, la rassegna di arte contemporanea internazionale realizzata con il fondamentale sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele. Il programma 2019-2020 vedrà un focus sulla CINA con una mappatura di 5 mostre con 6 artisti invitati, molti dei quali alla loro prima esposizione a Roma. A curare il primo progetto ci sarà Gianluca Marziani, critico e curatore italiano, che introdurrà la nuova stagione di Visionarea, presentando il giovane curatore cinese Wang Meng, con cui collaborerà, al pubblico italiano.
La presenza di Marziani nella prima mostra vuole essere un gesto simbolico di apertura e collaborazione con la nuova avanguardia critica e artistica cinese.
L’artista LI ZI presenta a Roma una nuova video installazione e una serie di opere pittoriche che definiscono la sua poetica al femminile, la sua calibrata riflessione sulle identità di genere, il suo legame fertile con l’arte classica italiana che incontra la più antica cultura d’oriente.
L’arte di LI ZI è ricca di tracce e sedimenti. Si sente una coscienza geologica dietro le opere, un humus di elementi eterogenei che si sono amalgamati in una materia attualissima. Ogni soggetto figurativo pulsa in maniera densa e si porta appresso strati di memorie condivise. LI ZI parte idealmente dal Rinascimento, dal nostro spazio filosofico che ha creato un pensiero universale attraverso la pittura e la scultura, i due linguaggi che hanno aperto lo sguardo oltre l’apparenza del mondo.
Scrive Gianluca Marziani nel catalogo: “Vedere giovani artisti cinesi che ascoltano le voci del Rinascimento o della statuaria romana imperiale, significa molto in termini di crescita culturale condivisa. Ritrovare frammenti di archeologie per noi comuni, inserite nelle elaborazioni figurative di un artista come LI ZI, significa far maturare dialoghi senza finzione, usando una lingua comune che varca le limitazioni del parlato. Esiste ormai un esperanto visivo che riguarda le dimensioni dell’antico mediterraneo, un’estetica grammaticale che avvicina italiani e cinesi in un abbraccio filosofico e morale…”.
“Sono davvero molto lieto che il programma di VISIONAREA di questa stagione sia interamente dedicato alla ricerca artistica contemporanea cinese, sposando in tal modo quella che è la mia filosofia da sempre: l’assoluta necessità di aprirci ai Paesi emergenti, di esplorare attraverso i loro codici espressivi – spesso, come in questo caso, positivamente influenzati dall’arte classica occidentale, ma rielaborati secondo una poetica del tutto originale – quelle che sono le caratteristiche peculiari dei nuovi protagonisti (Cina, India e Medio Oriente su tutti) della storia e della geopolitica attuali. – commenta il Prof. Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Da oggi e per un anno intero VISIONAREA diventa la prima galleria d’arte dedicata alla “nuova Via della Seta”: una finestra sull’arte cinese di nuova generazione, quella finora sconosciuta in Italia ed in Europa, che si propone di inaugurare attraverso l’arte e la cultura un nuovo dialogo, parallelo a quello rispondente ad istanze di tipo economico o diplomatico, ma non per questo meno efficace, in quanto sicuramente democratico e di portata universale.”.
LI ZI parte dai temi figurativi della statuaria classica e li intreccia con le iconografie dell’arte cinese tradizionale. Dialogare coi nostri maestri significa, prima di tutto, confrontarsi con la coscienza del pensiero umanistico, dei valori illuministici, di un’etica che considera il frammento il cuore del nostro pensiero. Per un autore cinese significa entrare nel canone classico, accettando un confronto che mescoli differenze e somiglianze, così da trovare nuove sinestesie e possibili sguardi sul futuro collettivo.
Il CORPO rimane un centro leonardesco per l’artista, il modo giusto per valorizzare l’anatomia, le azioni, la sessualità, le simbologie, le metafore e i pensieri filosofici dietro ogni essere umano. Dal corpo parte la visione di LI ZI, la sua scrittura pittorica e filmica che ricerca un’empatia sensoriale con lo spettatore, dialogando con lo spazio e la luce, con la materia e la forma complessa.
La DONNA spunta in vari modi nelle elaborazioni dell’artista. È il soggetto del presente, l’occhio vigile che osserva il classico per metabolizzarne la carica d’attualità. LI ZI riprende in mano la profondità del sentire, la densità del vedere oltre le apparenze. Cattura una scena e rivela lo scenario psicanalitico di quel frangente, attrae le emozioni verso la percezione esterna. Le opere ribadiscono una coscienza al femminile, un approccio che si sente nel modo di gestire i frammenti, di usare trasparenze e levità, di impastare i colori, di creare armonie materiche. Liscio e ruvido che si uniscono senza frizioni, cornici e superfici che sembrano embrioni dentro corpi accoglienti, luce e oscurità che si amalgamano nel rituale dell’opera. Tutto ciò ha un’essenza morbida e metodica, una natura femminile che formula racconti visivi mai didascalici, leggibili in varie maniere. Dalla pittura alla scultura, dal video ai canoni installativi, c’è sempre un motore riproduttivo dietro le immagini, una gravidanza della classicità che si adatta ai nuovi habitat, che rimodula il proprio sistema genetico, che indica un domani a misura di memoria.