”Le donne nella nuova stagione del Mediterraneo” è il titolo della Conferenza internazionale, ideata e realizzata dalla allora Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, tenutasi il 7 e l’8 maggio presso la Ciudad de las Artes y las Ciencias di Valencia. Un’occasione di incontro e dialogo in cui rappresentanti femminili di spicco della società civile, dell’economia e della cultura dei Paesi del Mediterraneo si sono confrontate sul ruolo presente e futuro della donna nell’evoluzione delle società mediterranee.
Si è trattato di imprenditrici, economiste, attiviste per i diritti delle donne, docenti universitarie e artiste in rappresentanza di 13 Paesi mediterranei: Egitto, Turchia, Grecia, Tunisia, Bosnia-Erzegovina, Libia, Libano, Siria, Iran, Algeria e Marocco nonché il paese organizzatore, l’Italia, e la Spagna in veste di Paese ospitante.
Focus principale dell’evento: approfondire e confrontarsi sul modo in cui le donne hanno inciso e continueranno ad incidere sui processi di cambiamento per avviarli verso riforme vere e proprie e verso il riconoscimento dei pari diritti e delle pari opportunità nel campo politico, in quello economico e in quello culturale.
La conferenza si è articolata in tre sessioni: la prima dedicata al ruolo emergente delle donne nell’ambito economico dei Paesi del Mediterraneo e nella promozione della loro crescita e sviluppo. Il secondo aspetto analizzato ha riguardato l’evoluzione della società civile e il ruolo delle donne in termini di promozione e partecipazione ai processi interni di cambiamento anche attraverso i blog e i social network. Infine, si è parlato del contributo femminile nei cambiamenti culturali, e in generale della cultura e l’arte come strumenti di espressione del punto delle donne sulle trasformazioni delle società mediterranee.
“Questo appuntamento mi sta particolarmente a cuore – hacommentato Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro -Italia e Mediterraneo – in quanto sono le donne, a mio modo di vedere, le vere protagoniste di quella che è stata la stagione, sicuramente positiva per molti aspetti, definita ‘primavera araba’: un grande sommovimento intellettuale e sociale, finalizzato all’instaurazione della democrazia nei paesi del Maghreb. Questa speranza – ha sottolineato – in molti casi è stata tradita, e molte delle protagoniste non saranno tra noi perché colpite dalla furia cieca e assurda dell’integralismo, che ne ha fatto delle vittime o delle martiri”.